Pensate ad alcuni dei velivoli più iconici nella storia dell'aviazione: il "Wright Flyer" del 1903, la prima macchina ad aver effettuato un volo controllato a propulsione autonoma ai comandi dei fratelli Wright, oppure lo "Spirit of St. Louis", il Ryan NYP utilizzato nel 1927 da Charles Lindberg per la prima traversata atlantica senza scalo in solitario, o ancora l"Enola Gay", il B-29 che ha sganciato la prima bomba atomica su Hiroshima nel 1945, oppure il North American X-15, il primo velivolo a superare i 100 Km di quota e i 7000 Km/h di velocità. |
Tuttavia, la rapida crescita della collezione con l'arrivo di numerosi esemplari acquisiti alla conclusione del secondo conflitto mondiale e il limitato spazio espositivo a disposizione che impediva l'accesso del pubblico a gran parte di essa, rese necessario trovare una sede più consona. |
I lavori per il completo rifacimento della struttura e la nuova destinazione d'uso per quello che, a seguito della corsa per lo spazio iniziata nei tardi anni Cinquanta, era nel frattempo stato rinominato National Air and Space Museum, termineranno nel 1976 giusto in tempo per il Bicentenario dell'Indipendenza degli Stati Uniti. |
Nel 1999 infatti, per trovare adatta collocazione agli esemplari di maggiori dimensioni, agli innumerevoli altri velivoli e al materiale conservato presso il "Paul E. Garber Preservation, Restoration and Storage Facility" di Suitland, altrimenti non accessibili al pubblico, una ingente donazione di 65 milioni di dollari da parte di Steven F. Udvar-Házy (il co-fondatore della società di leasing aeronautico ILFC - International Lease Finance Corporation) permise l'acquisto di un area di circa 71000 Mq individuata nelle immediate adiacenze dell'aeroporto di Washington Dulles, a Chantilly (VA). La progettazione della nuova struttura, che prenderà il nome dal suo generoso donatore, viene affidata allo studio Hellmuth, Obata + Kassabaum, che aveva già disegnato la sede di Washington. Il nuovo complesso museale, che consta di due enormi hangar denominati "Boeing Aviation Hangar" e "James S. McDonnell Space Hangar" direttamente collegati con una taxiway alle vie di rullaggio dell'aeroporto, viene inaugurato nel 2010. |
Ai due hangars si aggiungono la "Donald D. Engen Observation Tower" (una struttura panoramica in tutto simile ad una torre di controllo che permette di osservare i movimenti del vicino aeroporto di Dulles) e, grazie ad una successiva donazione di 6 milioni di dollari da parte di Airbus America Inc. ricevuta nel 2008, una nuova struttura che ospita il "Mary Baker Engen Restoration Hangar", un'ampio capannone che permette di spostare dal sito di Suitland anche le attività di restauro dei velivoli, lo "Emil Buehler Conservation Laboratory", destinato alla sviluppo di nuove tecniche di restauro, gli archivi e un'area dedicata alla ispezione preliminare dei nuovi reperti destinati al Museo. |
Nel 2018 le due sedi del Museo di Washington e Chantilly arrivano complessivamente ad ospitare 6,2 milioni di visitatori, facendo del NASM il quinto più visitato museo al mondo e nello stesso anno inizia un programma di completo rinnovamento della sede cittadina di Washington (che non subiva interventi conservativi dalla sua inaugurazione nel 1976), che, tuttora in corso, terminerà solo nel 2025. E' recentissima (14 Ottobre 2022) la riapertura dell'ala ovest che ha visto la riorganizzazione e l'apertura di otto nuove sale, del Planetarium, del gift shop e del nuovo Mars Cafè, mentre contemporaneamente è stata chiusa l'ala est della struttura, che nei prossimi due anni riceverà un analogo, totale restyling. |
Le nuove sale sono state riorganizzate secondo criteri moderni e in aggiunta all'esposizione di nuovo materiale sono cresciute esponenzialmente le possibilità di interazione del pubblico con il materiale esposto. Strizzando l'occhio soprattutto ai giovani, in parallelo alla parte prettamente storica si aggiunge anche un percorso dedicato alle fantascienza, nello specifico nel cinema e nella televisione. Così, se in una galleria è possibile ammirare il modulo di comando originale della missione lunare dell'Apollo 11 e la tuta spaziale appartenuta a Neil Armstrong, in un'altra si può trovare lo X-Wing in scala 1:1 realmente utilizzato nelle riprese del blockbuster "Star Wars: The Rise of Skywalker" insieme con numerosi altri oggetti di scena. |
La quantità di velivoli (si arriverà ad esporne trecento nel solo sito di Chantilly) e di materiale presente nelle due sedi è tale da non poter certo essere condensato e illustrato nello spazio di un breve articolo, tuttavia non possiamo non menzionare alcuni tra i più interessanti esemplari esposti, che speriamo diano un'idea dei tesori aeronautici custoditi nelle sale di questo enorme complesso museale. |
Splendida in questa ottica la galleria dedicata ad Amelia Earhart, con l'esposizione di materiale originale appartenuto alla leggendaria aviatrice e del Lockheed "Vega" da lei pilotato. |
Altre esposizioni celebrano il mondo dell'aviazione generale e la libertà di spostamento che essa rappresenta, con la presenza di velivoli come il bireattore executive Learjet o i diffusissimi monomotori Cessna, usati per turismo e negli aeroclubs di tutto il mondo. |
La collezione aeronautica dello "Steven F. Udvar-Házy Center" è impressionante, e spazia dai velivoli che hanno partecipato al primo conflitto mondiale, fino ai più recenti prototipi di macchine attualmente in produzione, come quello dello X-35B, la versione a decollo corto e atterraggio verticale dello F-35 "Lightining II". |
Tra questi, l'unico esemplare sopravvissuto di Dornier Do.335 "Pfeil" ("Freccia", soprannome non casuale dato che poteva raggiungere l'incredibile velocità di 765 Km/h), un caccia pesante tedesco bimotore con eliche "push and pull" realizzato nelle ultimissime fasi della guerra in soli 38 esemplari, o l'altrettanto raro Arado Ar.234B "Blitz", unico esemplare rimasto al mondo del primo bombardiere a getto della storia. Rarissimi anche i velivoli provenienti dal fronte del Pacifico, tra cui l'unico esemplare sopravvissuto al mondo di idrovolante giapponese Aichi M6A "Seiran", costruito in soli 28 esemplari e specificatamente progettato per l'impiego da speciali sommergibili "portaerei", e un velivolo "kamikaze" a razzo Yokosuka MXY-7 "Ohka". |
Non ci si può non soffermare anche sulla presenza dell'"Enola Gay", il Boeing B-29 dal quale il 6 Agosto 1945 fu sganciata la prima bomba atomica, soprannominata "Little Boy", su Hiroshima. Il velivolo è arrivato presso la sede di Suitland del NASM nel 1961 per un restauro iniziato nel 1984 e conclusosi solo nel 2003, dopo numerose polemiche e controversie dato il significato storico e simbolico di questo specifico esemplare, sfociate anche in atti di vandalismo che hanno costretto il Museo a dotarlo di particolari misure di sicurezza atte a prevenire ulteriori tentativi di danneggiamento. |
Altrettanto spettacolare la rappresentanza di mezzi dedicati alla corsa allo spazio. Il "James S. McDonnell Space Hangar" è infatti dominato da uno dei tre "Space Shuttle" sopravvissuti, il "Discovery", che alla conclusione del programma e dopo il pensionamento della flotta ha sostituito nel Museo l'"Enterprise" (che è stato a sua volta ceduto all'"Intrepid Sea-Air-Space Museum" di New York), il prototipo della navetta privo di motori, utilizzato per i test di discesa planata durante lo sviluppo del programma, che non è mai andato nello spazio. |
Come avrete capito, non vi basterà solo qualche ora per esplorare il NASM, tuttavia se avrete la possibilità di recarvi a Washington, una visita ai due siti è irrinunciabile. La sede cittadina si trova sul National Mall, nelle immediate vicinanze del Campidoglio ed è comodamente raggiungibile, mentre la sede di Chantilly è invece adiacente l'aeroporto internazionale Dulles, quindi raggiungibile in auto o con i mezzi pubblici direttamente dal centro città. L'ingresso è gratuito per tutte e due le strutture (è a pagamento solo il parcheggio della sede di Chantilly, se arrivate in macchina) ma per la sede cittadina è necessaria la prenotazione anticipata, comunque gratuita, in quanto dopo gli attentati del 2001 e data la posizione nelle immediate vicinanze del Congresso si vogliono evitare file o assembramenti all'esterno del Museo per motivi di sicurezza. Come accennato nel corpo dell'articolo ricordiamo che al momento nella sede cittadina sono in corso importanti lavori di ammodernamento che ne limitano sensibilmente la capacità di accoglienza e che una parte delle gallerie non saranno visitabili ancora per i prossimi due anni, con la conseguenza che alcuni dei velivoli illustrati in questo articolo potrebbero quindi non essere visibili al momento della vostra visita. Per i programmi e tutte le informazioni più aggiornate vi invitiamo come sempre a visitare direttamente il sito ufficiale del Museo: https://airandspace.si.edu/ |
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La Redazione di AvioRep.it desidera ringraziare il National Air and Space Museum, nella persona di Alison Wood, Deputy Director of Communications, per le autorizzazioni concesse alla pubblicazione del materiale fotografico presente in questo articolo. |