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Era il 14 Agosto 1974 quando il primo prototipo del PANAVIA Tornado spiccò per la prima volta il volo dalla base di Manching, in Germania. Nato come sviluppo di vari progetti destinati alla sostituzione di velivoli di generazione precedente in seno alle aeronautiche di Germania, Regno Unito e Italia (in particolare lo Hawker Siddeley Buccaneer e il Lockheed F-104G Starfighter), il Tornado ha rappresentato il primo esempio di reale cooperazione tra nazioni europee per lo sviluppo congiunto di un velivolo da combattimento.

La sigla del velivolo, MRCA (Multi-Role Combat Aircraft), assegnata al progetto nei primi mesi del 1969 con la formazione del consorzio PANAVIA Aircraft Gmbh (che inizialmente, oltre a Germania, Regno Unito e Italia comprendeva anche l'Olanda, poi ritiratasi nel 1970), esemplifica il fatto che nelle intenzioni iniziali il velivolo doveva essere una piattaforma adatta a coprire un varietà di ruoli all'interno delle aeronautiche facenti parte del consorzio, anche se, con il passare del tempo e delle mutate esigenze di difesa si è decisamente indirizzato verso la realizzione di un moderno bombardiere specializzato in missioni di penetrazione a bassa quota.

La produzione dei quasi 1000 esemplari costruiti del velivolo è terminata nel 1998, e alla versione principale del velivolo, denominata IDS (InterDiction-Strike), si sono affiancate una versione ECR (Electronic Combat and Recoinnassance) specializzata nella guerra elettronica, nella ricognizione e nella soppressione delle difese antiaeree nemiche, e una versione ADV (Air Defence Variant) per la difesa aerea a lungo raggio, utilizzata e sviluppata principalmente per la RAF inglese, ma utilizzata per circa dieci anni in 24 esemplari anche dalla nostra Aeronautica Militare come misura ad interim prima dell'arrivo dell'Eurofigther.

Il primo prototipo italiano del velivolo ha volato il 5 Dicembre 1975 dallo stabilimento Aeritalia di Caselle (TO) ed il primo esemplare di serie è stato consegnato alla Aeronautica Militare il 3 Marzo del 1981 sulla base di Pratica di Mare (RM).

La consegna dei circa 100 esemplari ordinati, 12 dei quali nella versione a doppio comando per la conversione operativa, e il noleggio di ulteriori 24 velivoli nela variante ADV da difesa aerea ha permesso nel corso del tempo l'equipaggiamento di 6 Gruppi (12°, 21°, 102°, 154°, 155° e 156°) appartenenti a 4 diversi Stormi (6°, 36°, 50° e 53°) a cui si deve aggiungere il Reparto Sperimentale Volo.

Con l'"Operazione Locusta", la denominazione della missione con cui il nostro paese ha partecipato alla Guerra del Golfo del 1991 per la liberazione del Kuwait dopo l'invasione irachena, inizia la lunga sequenza di operazioni che hanno visto i nostri velivoli partecipare a livello internazionale alla gestione delle varie crisi regionali che si sono succedute, dalla Guerra del Kosovo nel 1999, a quella di liberazione contro i Talebani in Afghanistan successiva alla operazione "Enduring Fredom", fino alla operazione "Unified Protector" del 2011 per la crisi Libica.

La flotta di Tornado italiani ha subito vari aggiornamenti durante la propria vita operativa, il più importante dei quali è stato il cosidetto Mid Life Upgrade (MLU) iniziato nel 2005, che ha permesso, tra gli altri miglioramenti, l'utilizzo del missile da crociera con caratteristiche "stealth" SCALP (o "Storm Shadow" come è conosciuto nella versione adottata dalla RAF).

Una aliquota di nostri velivoli è stata convertita a partire dal 1992 nella versione ECR, che differisce leggermente da quella originariamente sviluppata per la tedesca Luftwaffe, e che è andata ad equipaggiare il 155° Gruppo ETS con compiti di ricognizione e soppressione delle difese aeree nemiche.

Dopo più di quarant'anni di servizio, rimane oggi operativo solo un piccolo numero di esemplari, sia in versione IDS che ECR, che equipaggiano due gruppi del solo 6° Stormo di Ghedi, il già citato 155° ed il 154°.

Per celebrare i cinquanta anni trascorsi dal primo volo del velivolo che per decenni ha rappresentato la spina dorsale e la punta di diamante dei nostri reparti, l'Aeronautica Militare e il Comando del 6° Stormo hanno organizzato lo scorso 25 Settembre 2024 un "Media Day" che ha aperto le porte della base di Ghedi alla stampa, agli appassionati e al personale anche in congedo che nel corso degli anni ha avuto modo di lavorare sulla linea Tornado.

Per l'occasione due esemplari (uno in versione IDS, MM7067/6-41, e uno in versione ECR, MM7051/6-72) sono stati colorati con una livrea celebrativa che riassume quelle adottate dal modello in seno alla nostra Aeronautica durante gli ultimi quarant'anni, dalla vivace colorazione rosso-bianca dei prototipi a quella mimetica grigio verde dei primi anni di utilizzo del velivolo a quella "desertica" adottata per l'"Operazione Locusta" (a cui, tra parentesi, il velivolo IDS celebrativo, MM7067, ha effettivamente partecipato nel 1991) per finire con l'attuale livrea grigia.

Una sezione di quattro Tornado ha preso il volo per una serie di passaggi sul cielo campo che hanno evidenziato i punti di forza di questo splendido velivolo, ovvero la capacità di volare a bassa quota ed altissima velocità, sia in solitario che in formazione.

Ai quattro Tornado si sono aggiunti anche due nuovissimi F-35A, il velivolo di quinta generazione che lo sta progressivamente sostituendo a partire proprio dal 102° Gruppo del 6° Stormo, come ulteriore evidenza del cambio di consegne in atto.

Dopo diversi passaggi e diverse configurazioni di formazione che hanno deliziato i presenti ed in particolare i fotografi per i quali l'organizzazione dell'evento aveva curato anche il trasferimento a bordo pista per permettere di documentare decolli e atterraggi, i velivoli sono rientrati e si sono posizionati in prossimità della linea di volo, dove il Comandante del 6° Stormo, Col. Luca Giuseppe Vitaliti, ha riassunto davanti ai presenti la storia passata e presente del velivolo, del Reparto, e di coloro che ne hanno fatto parte.

All'interno degli hangar sulla linea volo, oltre alla presenza di un ulteriore Tornado e di un F-35A, erano stati allestiti diversi stand dedicati ad appassionati e collezionisti con oggettistica dei vari reparti, mentre si alternavano in uno spazio appositamente allestito gli interessanti interventi e aneddoti di coloro che hanno "vissuto" il Tornado dal momento della sua consegna fino ai giorni nostri, con il pensiero rivolto alla ormai prossima dismissione del modello.

Il 2025 dovrebbe infatti segnare la definitiva radiazione degli ultimi esemplari operativi del Tornado, anche se, e lo dimostra la trasferta operativa tutt'ora in corso di un aliquota di velivoli dei due Gruppi presso la base di Kleine-Brogel, in Belgio, il velivolo continuerà a svolgere i propri compiti istituzionali fino alla fine del proprio servizio.

Almeno uno dei velivoli ricolorati per l'evento, per il quale la vita operativa della cellula sta giungendo al termine, dovrebbe essere successivamente trasferito in volo per andare ad arricchire la collezione della sezione del MuSAM (Museo Storico dell'Aeronautica Militare) recentemente costituita sulla base di Piacenza/S.Damiano che, incidentalmente, era proprio una base di Tornado quando il 155° Gruppo ETS faceva ancora parte del 50° Stormo ivi basato ed oggi in posizione quadro.

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La Redazione di AvioRep.it desidera ringraziare la Sezione Comunicazione Istituzionale del 6° Stormo e tutto il personale della base coinvolto durante la giornata, per l'accoglienza e l'attenzione dimostrata nell'organizzazione dell'evento.

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