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Situato nel centro di Varsavia, il Museo dell'Esercito Polacco ("Muzeum Wojska Polskiego") occupa un ala dell'edificio che ospita il Museo Nazionale Polacco. Inaugurato nel 1920, non si è mai spostato dalla ubicazione originale e solo in tempi recenti si è iniziato a parlare della costruzione di una nuova e più ampia struttura che potrebbe in futuro ospitarne le collezioni.

Il Museo, aperto dal mercoledì alla domenica, custodisce circa 250.000 reperti storici sulla evoluzione degli armamenti, degli equipaggiamenti, e delle guerre che con essi sono state combattute e più in generale sulla storia della Polonia e di Varsavia in particolare.

Le diverse sale del museo racchiudono numerose collezioni, suddivise per periodo storico a partire dal medioevo.

La sezione più grande ed importante è probabilmente quella che copre la Seconda Guerra Mondiale, e attraverso pannelli, uniformi ed equipaggiamenti ripercorre il periodo che ha portato dalla invasione nazista del 1939 alla conclusione del conflitto, attraverso gli oggetti appartenuti ai soldati polacchi che presero parte al conflitto, fino alla liberazione finale del paese.

La parte realmente interessante per gli appassionati di aviazione si trova comunque all'esterno, nel giardino della struttura, che ospita una interessantissima esposizione di mezzi militari, velivoli ed elicotteri.

Il fatto che la Polonia alla fine del secondo conflitto mondiale si sia trovata nella sfera di influenza sovietica e che il paese abbia fatto parte della cosidetta "Cortina di Ferro" fino alla fine della Guerra Fredda, fa si che la collezione di velivoli esposti sia particolarmente significativa per noi che stavamo "dall'altra parte".

Anche se tutti i velivoli presenti, senza esclusioni, sono esposti con le insegne polacche, non è quindi un caso che gran parte di esse sia di progettazione sovietica.

Tra i velivoli esposti, degna di nota è la rappresentanza di quelli risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, alcuni dei quali, anche se costruiti in gran numero, sono molto difficili da vedere al di fuori della Russia, come lo splendido esemplare esposto di Petlyakov Pe-2 (bombardiere tattico grossomodo equivalente all'inglese De Havilland "Mosquito" o al tedesco Junkers Ju-88).

Altri, più noti, come l'iconico Ilyushin Il-2 "Sturmovik", altri ancora come il suo successore Il-10, arrivati troppo tardi per avere un peso reale sull'esito della guerra. Completano la sezione dedicata a quel periodo storico un caccia Yakovlev Yak-9P, e un bombardiere medio Tupolev Tu-2, anche quest'ultimo non facilissimo da ammirare altrove.

Interessante anche la presenza di velivoli risalenti alla Guerra Fredda, come il Mig-21PF o il massiccio Sukhoi Su-22M4 ("Fitter K" nella designazione NATO) fino ad arrivare a macchine in servizio fino a tempi recentissimi, come il Mig-29 "Fulcrum" che accoglie i visitatori all'ingresso.

E' presente anche una rappresentanza di velivoli da trasporto, come l'An-26 e lo Yak-40 usato per i trasferimenti delle massime cariche dello Stato, e non mancano anche gli elicotteri più significativi operati dalle forze armate polacche, come i Mil Mi-2, Mi-8 e Mi-24.

Da non dimenticare i velivoli di produzione locale, a testimonianza della vitalità dell'industria aeronautica polacca, particolarmente attiva nella produzione di velivoli da addestramento, come il TS-11 "Iskra", o il PZL-130 "Orlik" insieme ad altri meno fortunati, come il raro PZL-Mielec I-22 "Iryda", costruito in appena 8 esemplari, tutti impiegati negli anni novanta nell'aviazione polacca e rimasti in servizio per soli 4 anni.

Per chi dovesse trovarsi a Varsavia, una visita a questo museo è assolutamente da raccomandare, anche in considerazione del fatto che per l'accesso ai mezzi collocati all'esterno, quindi tutta la parte "aeronautica", non è richiesto biglietto di ingresso ed il giovedì è comunque gratuito anche l'accesso alle sale interne, altrettanto interessanti ed istruttive.

Per maggiori informazioni sugli orari di apertura e per sapere come arrivare, raccomandiamo comunque una visita al sito istituzionale del Museo: http://www.muzeumwp.pl/

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